Buongiorno amici. Oggi torno con una recensione di un romanzo che mi è piaciuto tantissimo, letto sempre per la The hunting word challenge.
(Someday this pain will be useful to you)
Peter Cameron
Adelphi, 206 pagine
"Ma qualcosa di loro mi ha intristito. La scena era troppo bella: la notte d'estate, i sandali, i visi rapiti da quella gioia repressa. Mi pareva di essere stato testimone del loro momento più felice, del culmine che senza saperlo si stavano già lasciando alle spalle."
"Un giorno questo dolore ti sarà utile" è un bellissimo romanzo di Peter Cameron, scritto nel 2007. Prima di tutto vorrei dire che il titolo è semplicemente fantastico, rispecchia bene il romanzo ma al tempo stesso si prende in giro calcolando da dove prende il nome (leggendo il libro si capirà). L'autore ha superato le mie aspettative, scrivendo non un semplice romanzo di formazione ma qualcosa di più: nonostante abbia già superato l'età del protagonista diciottenne, mi sono rivista tantissimo in lui ed ho condiviso molto spesso i suoi pensieri. A partire dalla sua idea che esprimendo a parole un pensiero esso perde già un po del suo significato e non viene compreso appieno proprio per l'incapacità di tradurre in parole i pensieri e le sensazioni, come se il linguaggio non bastasse ma ci sarebbe bisogno di un livello più profondo di conoscenza. Altra idea che condivido pienamente è la necessità delle persone di riempire i silenzi anche con scemenze, o di dire sempre la propria, quando invece sarebbe meglio non dire nulla se non si ha niente da dire, come pensa il protagonista. Per questi due motivi, grazie ai quali mi sono sentita veramente capita da questo romanzo, il protagonista James è un tipo riservato, silenzioso e che mal sopporta i suoi coetanei. Grande amante di Shakespeare e Trollope, si trova in una fase in cui deve decidere cosa fare dopo: andare o no all'università? E come gestire i rapporti con la stramba famiglia e la propria sessualità? Attraverso pochissimi giorni di un'estate in una deserta New York e flashback di alcuni mesi prima, impariamo a conoscere James e le persone che gli ruotano intorno, le sue convinzioni e le sue aspirazioni, il grande amore per la letteratura, l'affetto nei confronti della moderna nonna e del suo piccolo cane che si sente un umano. Grazie anche a delle sedute da una psichiatra James impara a conoscersi un po di più e noi con lui, alla continua ricerca di quello che ci fa stare meglio, a volte fuggendo dalla realtà, fisicamente o mentalmente, a volte invece cercando di resisterle e di buttarci a capofitto nella vita e in quello che ci porterà. Perché non è facile capire quello che si vuole o quello che ci fa bene, soprattutto se si hanno diciotto anni e tante strade davanti, ricordando sempre che tutte le strade hanno le loro curve, le loro salite ma qualche volta anche qualche bella discesa.
"Le traduzioni sono solo delle approssimazioni soggettive e questo è esattamente quello che provo quando parlo: quello che dico non è quello che penso ma solo quello che più gli si avvicina, con tutti i limiti e le imperfezioni del linguaggio. Quindi penso spesso che sia meglio stare zitto anziché esprimermi in modo inesatto."
Il mio rating: 4.5/5
Nessun commento:
Posta un commento